EPIDEMIC MOURNING PORTRAITS is a photographic project inspired by the great epidemic of bubonic plague which occurred in 1630, in different areas of Northern Italy. Outbreaks were particularly deadly in Milan and Piacenza, two cities which are especially dear to the author, the first being the city where he was born and the second where he grew up.

“The Duchy of Piacenza was also gravely affected by the 17th century plague and documents compiled by the «Congregazione di sanità», a Pontifical agency which was responsible for public health, illustrate the full extent of this tragedy. Already in 1628 the first suspect cases were made public to the point that the city of Piacenza issued an ordinance to shut its gates and at the beginning of 1630 the epidemic was a reality. In 1630 the outbreak spread and appeared to reach its peak in the summer. Following the research carried out by the Congregazione di sanità, authorities took measures: disposing of garbage and corpses outside of city walls; demanding that the infected be reported, even by doctors, and be kept in isolation as much as possible; that the number of infected patients, suspect cases and deaths be recorded. In August the quarantine was ordered, the gates were closed and travellers were allowed transit only if they could provide health passes (fedi di sanità) issued by public authorities.

(source: Archivio di Stato di Piacenza)

ITA

EPIDEMIC MOURNING PORTRAITS è un progetto fotografico ispirato alla grande epidemia di peste diffusasi intorno al 1630, in diverse zone dell’Italia settentrionale. Tra le città più duramente colpite ci furono Milano e Piacenza, due luoghi particolarmente significativi per l’autore, essendo la prima la sua città natale e la seconda la città dove è cresciuto e alla quale è ancora molto legato.

Anche il Ducato piacentino fu interessato dalla peste seicentesca e i documenti appartenenti alla «Congregazione di sanità», organismo deputato alla salvaguardia della salute pubblica, ne dimostrano la gravità. Già nel 1628 si denunciano i primi sospetti tanto che vengono emanati ordini «per la Custodia delle Porte» della città di Piacenza e all’inizio del 1630 ormai l’epidemia è conclamata. Nel corso del 1630 la malattia progredisce e sembra toccare i suoi vertici nell’estate. Le autorità, servendosi dell’opera della Congregazione di sanità, prendono provvedimenti: si obbliga a portare le immondizie e i cadaveri fuori dalle mura; si vuole che i malati siano denunciati, anche attraverso l’azione di medici, e tenuti il più possibile isolati; si tiene il conto dei malati, dei sospetti e dei deceduti. Nell’agosto viene proclamata la quarantena, si chiudono le porte e si permette il passaggio solo con l’esibizione delle fedi di sanità rilasciate dagli organismi pubblici.”

(fonte Archivio di Stato di Piacenza)